mercoledì 23 settembre 2009

Il vaccino per l'influenza

A/H1N1 E' DANNOSO PER LA SALUTE

Giuseppe Mele, presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp), rende noto che il vaccino contro l’influenza A/H1N1 sarà messo in circolazione privo del foglietto illustrativo che per legge dovrebbe contenente posologia, modalità d'uso ed effetti indesiderati di ogni farmaco.

Nella composizione del vaccino viene anche prevista l'utilizzazione dell'adiuvante MS 59“.

L’MS 59 è il derivato oleoso di un prodotto ideato per la guerra del golfo con capacità altamente distruttive per il corpo umano. Alcuni esperti della sanità affermano che questo principio debba rientrare nella categoria delle armi biologiche o farmacologiche.
E' sintomatico che la legislazione impone che l'utilizzo del MS 59 debba essere molto limitato negli esperimenti con gli animali e non prevede assolutamente il suo utilizzo sugli uomini.

Gli immunologi sostengono la tesi secondo la quale una dose anche microscopica di poche molecole di adiuvante iniettato nel corpo umano causa notevoli disturbi al sistema immunitario. Questi coadiuvanti sono in grado di alterare il sistema immunitario favorendo l'insorgenza di malattie autoimmuni in cui la reazione immunitaria viene diretta contro il proprio organismo.

fonte: www.catanzaronotizie.it

L'associazione culturale pediatri:

non c'è affatto pandemia, no a misure drastiche

Lettera aperta ai politici, ai professionisti della salute e ai mezzi di comunicazione

Quello che sappiamo per certo di questo nuovo virus influenzale A/H1N1, è che per ora si è dimostrato meno aggressivo della comune influenza stagionale. Diventa perciò difficile capire perché sia stato dichiarato lo stato di pandemia,modificando addirittura i criteri della definizione (è scomparsa ad esempio l’elevata mortalità), come spiega Tom Jefferson della Cochrane vaccines field in un’ intervista a Spiegel. Nessuno è però in grado di dire se in futuro questo virus si modificherà e diventerà pericoloso. Il suo comportamento, come quello di tutti i virus, è assolutamente imprevedibile.

La bassa mortalità, ossia quanti morti rispetto ai casi, riscontrata finora nei paesi dove l’A/H1N1 è già circolato ampiamente (dello 0,3% in Europa e 0,4% negli USA), potrebbe essere in realtà ancora inferiore perché facilmente diversi casi con sintomi lievi sfuggono alla sorveglianza e alcuni decessi possono essere dovuti ad altre cause presenti e non al solo virus.

I sintomi della nuova influenza sono assai generici (febbre, tosse, raffreddore, dolori muscolari, malessere, vomito o diarrea) e, come quelli dell’influenza stagionale, possono essere causati da molti altri virus o batteri. Questo è uno dei motivi per cui il fenomeno “influenzale” nel suo complesso, viene generalmente sovrastimato.

I vaccini contro il nuovo virus A/H1N1 sono ancora in fase di sperimentazione. Nessuno è in grado oggi di sapere se e quanto saranno efficaci e sicuri. Ma per diventare aggressivo il virus dovrebbe cambiare (per mutazione? riassortimento con altri virus?), quindi i vaccini mirati al virus attuale, potrebbero non essere utili. Sulla sicurezza sia l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) che l’Agenzia del farmaco europea (EMEA), fanno presente la necessità di un’attenta sorveglianza postmarketing per rilevare eventuali effetti collaterali che potrebbero manifestarsi con l’uso su grandi numeri, anche perché alcuni vaccini sono allestiti con tecnologie nuove. Abbiamo già visto durante la pandemia del 1976, diversi casi di Guillain-Barré (una neuropatia periferica) associati alla vaccinazione di milioni di americani contro un virus anch’esso di derivazione suina. Chi decide di vaccinarsi, dovrebbe firmare un “consenso informato” che illustri con precisione benefici e rischi.

Quanto al vaccino contro l’influenza stagionale, recenti studi confermano i dubbi sulla sua efficacia sia nei bambini che negli anziani. E sotto i 2 anni di età, è risultato del tutto inefficace. Non si vedono quindi motivi per offrire la vaccinazione stagionale ai bambini sani, per la quale oltre a tutto, ci dice il Center for Disease Control europeo (ECDC), per prendere decisioni servono informazioni basilari come l’impatto della vera influenza (numero di casi, ricoveri e complicazioni) nelle varie età dell’infanzia. Informazioni che non abbiamo.

Riguardo agli antivirali a cui il nuovo virus è risultato sensibile in laboratorio - Oseltamivir (Tamiflu) e allo Zanamivir (Relenza) - non sappiamo quanto siano efficaci “in vivo”. Per ora non abbiamo studi al riguardo. Si sa però che entrambi sono poco efficaci verso l’influenza stagionale e sono già state segnalate resistenze del nuovo virus all’Oseltamivir, in alcuni paesi (Danimarca, Giappone, Cina, USA). Inoltre non va dimenticato che gli antivirali possono dare a volte effetti collaterali importanti. Il 18% dei bambini in età scolare del Regno Unito a cui è stato somministrato l’Oseltamivir in occasione dell’epidemia di A/H1N1, ha presentato sintomi neuropsichiatrici e il 40% sintomi gastroenterici. Gli antivirali vanno quindi usati solo su indicazione medica e solo per casi gravi o persone in cattive condizioni di salute.

Sull’uso dei vaccini e degli antivirali, c’è chi come Ernesto Burgio (direttore scientifico di ISDE, Medici per l’ambiente) esprime un’ulteriore perplessità: entrambi potrebbero favorire la mutazione del virus verso ceppi più aggressivi.

Cosa fare?
Andrà innanzi tutto mantenuta calma e lucidità, di fronte alle notizie allarmanti diffuse quotidianamente dai mezzi di comunicazione. Se i casi di influenza saranno più numerosi del solito o il virus dovesse diventare aggressivo, sarà importante permettere ai medici e alle strutture sanitarie di dedicarsi ai pazienti più gravi.

La chiusura delle scuole – con tutte le sue ricadute sociali - potrebbe essere presa in considerazione solo se in futuro dovesse circolare un virus altamente aggressivo (non l’attuale A/H1N1). In tal caso andrebbero chiusi anche tutti i luoghi di ritrovo come i cinema, le discoteche, ecc.

Potremo invece mettere in atto da subito le uniche misure che si sono dimostrate efficaci nell’impedire la diffusione di tutti i virus respiratori (come l’H1N1 anche se dovesse cambiare):

- lavarsi le mani spesso e accuratamente, con acqua e sapone
- ripararsi la bocca e il naso quando si tossisce o si starnutisce (e dopo lavarsi le mani)
- evitare di toccarsi occhi, naso e bocca, facili vie di entrata dei virus
- stare a casa quando si hanno sintomi di influenza
- evitare i luoghi affollati quando i casi di malattia sono molto numerosi

L’uso della mascherina è risultato efficace negli ambienti di assistenza sanitaria, mentre per altre circostanze l’efficacia non è stata stabilita.

Luisella Grandori

Responsabile Gruppo vaccinazioni ACP

Michele Gangemi
Presidente ACP

5 Settembre 2009

Articolo originale su:

www.megachipdue.info

fonte: altrogiornale.org

Linus Pauling: l'ultima intervista del doppio premio nobel per la pace e la chimica

Il Giornale OnlineInviata da skorpion75

Nel 1979 quando la rispettata rivista inglese New scientist incluse Linus Pauling nella sua lista dei 20 piu' importanti scienziati di tutti i tempi, non fu' altro che uno dei tanti traguardi di Pauling che includono due premi nobel non condivisi con altri e alcuni sorprendentemente originali contributi alla biologia, chimica e fisica.

Al tempo della sua scomparsa all'eta' di 93 anni (Agosto 1994), Pauling probabilmente era conosciuto per i suoi piu' recenti lavori nel campo della scienza della nutrizione e della vitamia C. Grazie ai suoi bestsellers sulla vitamia C, raffreddori comuni e cancro, le frequenti apparizioni televisive, il numero di studi pubblicati e presentazioni scientifiche sulla nutrizione curativa battezzata da lui con il nome di "medicina ortomolecolare", Linus Pauling fu l'unico reppresentante "ufficiale" per l'emergente scienza della nutrizione e della salute.

Secondo Pauling, la sua alta militanza nelle controversie politiche durante gli anni '50 e '60 (inclusa l'organizzazione di una vittoriosa campagna internazionale per bandire i test della armi nucleari per la quale gli fu' assegnato il nobel nel 1962), lo prepararono al difficile dibattito degli anni '70 e '80 quando di fatto divento' il leader della medicina nutrizionale in un periodo in cui la medicina ufficiale denigrava questo tipo di interessi. Durante l'ultimo ventennio della sua vita, Pauling focalizzo' il suo interesse sulle basi scientifiche della nutrizione e la sua difesa incondizionata per le megadosi vitaminiche lo pose al centro di questa controversia.

Anche dopo la sua morte la controversia continuo'. Il giornalista Lee Dembart, rivisito' due nuove biografie di Pauling, definendo l'interesse dello scienziato per la vitamina C "imbarazzante" e "eccentrico". La maggior parte degli americani, ad ogni modo, ricordano l'eredita' di Pauling in maniera molto differente: un combattente umanitario che aiuto' il campo della scienza nutrizionale ad avanzare e anche per aver portato alla conoscienza di molti che ne hanno benificiato - l'importanza della vitamina C.

Mentre la fama scientifica di Pauling e' certamente meritata, rimasi profondamente colpito, durante le numerose volte che ho potuto intervistarlo, dalla sua profonda accessibilita', inesauribile energia, dal suo aspetto positivo e il buon umore. Il 9 aprile del 1994, quattro mesi prima che Linus Pauling mori', lo intervistai telefonicamente per conto di una radio privata. Anche se malato e confinato nella sua casa sulla costa pacifica vicino Big Sur (California), Pauling nell'occasione della diretta radiofonica e fu il solito articolato, ottimistico e avvincente uomo che avevo sempre conosciuto. Era la sua ultima intervista.

Peter Barry Chowka
febbraio del 1996

PETER BARRY CHOWKA: Dr. Pauling, potrebbe sintetizzare il ruolo che la vitamina C ha nella salute dell'uomo e la sua importanza nella salute di tutta la nazione?

LINUS PAULING: La vitamina C - acido ascorbico, sodio ascorbato o calcio ascorbato - e' coinvolta in un gran numero di reazioni biochimiche nel corpo umano. Due delle sue maggiori interazioni sono il potenziamento del sistema immunitario e la sintesi del collagene, una sostanza molto importante che tiene unito il corpo umano. Il collagene rinforza i vasi sanguigni, la pelle, i muscoli e le ossa. L'uomo non puo' creare collagene senza la vitamina C.

Quello che mi impressiono' 20 anni fa' fu quando Irwine Stone (Ph.D.), indico' che la maggior parte degli animali, escluso l'uomo e le scimmie, producevano vitamina C (2). Non fanno affidamento al cibo o alle pasticche di vitamine, gli animali producono vitamina C nel fegato proporzionata al loro peso corporeo. Per un uomo adulto le proporzioni dovrebbero essere una media di 10-12 gr (12.000 mg) al giorno. Questo valore e' 200 volte superiore all'RDA (Raccomended Dietary Allowance - Dosaggio giornaliero raccomandato) - 200 volte rispetto a quello che la gente assume normalmente dalla sua dieta.

Questo e' il motivo per il quale dovremmo prendere 200 volte il dosaggio di vitamina C che la FNB (Food and Nutrition Board) ci raccomanda. Il dosaggio di 60 mg stabilito dagli RDA e' troppo lontano e sottolinea l'importante necessita' di assumere integratori di Vitamina C.

CHOWKA: Durante gli ultimi 20 anni lei ha studiato i pazienti malati di cancro che sono stati trattati con alti dosaggi di vitamina C. Recentemente ha pubblicato diversi studi insieme con Abram Hoffer (M.D., Ph.D.) riguardante il trattamento del cancro con la vitamina C (3,4). I risultati sembrano essere molto promettenti.

PAULING: Oh, si! Mi sono interessato della vitamina C e cancro nel 1971 e ho cominciato a lavorare con Ewan Cameron (M.B., Ch.B.) chirurgo primario dell'ospedale Vale of Leven in Scozia. Cameron dava 10 gr di vitamina C al giorno a malati con cancro terminale non piu' trattabile (5). Questi pazienti furono poi comparati da Cameron e me con pazienti con lo stesso tipo di cancro alla stessa fase terminale che erano trattati nello stesso ospedale ma da altri medici -- medici che non usavano la vitamina C e che utilizzavano i trattamenti convenzionali.

I malati terminali curati da Cameron vissero molto piu' a lungo paragonandoli a quelli che non assumevano 10 gr di vitamina C al giorno. Gli altri pazienti vissero una media di 6 mesi dopo che furono diagnosticati come terminali, mentre i pazienti di Cameron vissero una media di 6 anni.

Recentemente ho collaborato con Hoffer, un fisico che vive a Victoria (British Columbia, Canada). Hoffer tratto' 300 pazienti malati di cancro (6) e raccomando' a tutti loro essenzialmente lo stesso trattamento di Cameron. Ma circa un quarto o un terzo dei pazienti non seguirono il trattamento per una ragione o per un'altra: il medico di famiglia potrebbe aver detto loro che alte dosi di vitamina C li avrebbe uccisi o i pazienti potrebbero aver avuto dei problemi di stomaco e non hanno voluto continuare a prendere le vitamine.

I pazienti malati terminali di cancro che non seguirono il regime di Hoffer ebbero un tempo di sopravvivenza di circa 6 mesi. Quelli che seguirono la terapia di Hoffer ottennero risultati ancora migliori di quelli di Cameron. In media sopravvissero circa 12 anni dopo che furono diagniosticati come malati terminali non trattabili.

La terapia di Hoffer includeva 12 gr di vitamina C al giorno, circa la stessa quantita' di Cameron, ma includeva anche quantita' significative di altri nutrienti: 800 U.I. di vitamina E, 1000 o 2000 mg di niacina, grosse quantita' di altre vitamine B e la vitamina A sotto forma di betacarotene. Apperentemente le altre vitamine interagiscono con la vitamina C e danno una difesa ancora maggiore contro il cancro.

Per molto tempo Cameron e io sostenevamo che ogni paziente affetto da cancro, cominciando il prima possibile nel corso della malattia, dovrebbe prendere 10 gr di vitamina C in aggiunta alle appropriate terapie convenzionali. Adesso, insieme con Hoffer, sostengo che ogni paziente malato di cancro, cominciando il prima possibile nel corso della malattia, dovrebbe prendere 10-12 e piu' gr di vitamina C, 800 U.I. di vitamina E, alti dosaggi di altre vitamine e 200 mcg di selenio al giorno. Io penso che la terapia di Hoffer e' la terapia che i malati di cancro dovrebbero seguire - sempre in aggiunta ad un'appropriata terapia convenzionale, dove "appropriata" significa una terapia convenzionale che abbia mostrato il suo valore per pazienti con lo stesso tipo di cancro.

CHOWKA: Lei vede progressi nella guerra al cancro?

PAULING: Si, penso di si. Ma sara' grazie alle vitamine e non con i farmaci. Sicuramente.

CHOWKA: Cosi' lei vede progressi nel potenziale delle vitamine e degli antiossidanti e non molti nel trattamento di tipo convenzionale che abbiamo visto fino a questo punto?

PAULING: Di certo non cercando farmaci e trattamenti miracolosi, no. Sento forte che la vitamina C ed altre sostanze ortomolecolari, come la lisina, provvederanno a controllare in maniera efficace le malattie cardiovascolari molto di piu' di quanto sara' possibile sul cancro. Sono molto positivo nella soluzione dei problemi cardiocircolatori.

CHOWKA: Lei ha recentemente pubblicato diversi studi sulla nutrizione e i problemi cardiocircolatori (7-8).

PAULING: Gli studi contengono un argomento molto semplice. Ho avuto molti problemi nel capire perche' le persone che si sono occupate dei problemi cardiocircolatori non hanno pensato a questo quando 20-30 anni fa fu' accettato dai cardiologi che la causa primaria dell'aterosclerosi e delle malattie cardiocircolatorie e' una lesione delle pareti delle arterie in un periodo di forte stress. Cosi' mi sono chiesto due o tre anni fa "perche' le pareti delle arterie subiscono una lesione?". Gli animali non subiscono queste lesioni quando sono stressati. Noi subiamo queste lesione perche' le nostre arterie sono deboli.

Perche' son deboli? Normalmente, le arterie degli animali vengono fortificate dai depositi di collagene. L'uomo non puo' produrre collagene senza la vitamina C. Gli uomini non assumono vitamina C a sufficienza, cosi' le loro arterie sono deboli. Cosi' a seguito delle varie fasi di sviluppo delle malattie cardiovascolari, arrivano le lesioni. Quindi, la carenza di vitamina C e' la causa primaria delle malattie cardiovascolari.

CHOWKA: Possiamo pensare che la diminuzione dell'incidenza delle malattie cardiocircolatorie in questo paese e' dovuta al fatto che gli americani prendono piu' integratori vitaminici e in particolar modo la vitamina C?

PAULING: Oh, si. Nel 1979, Emil Ginter (Ph.D.) pubblico' una lettera dicendo che c'era un parallelismo tra la diminuita mortalita' a causa di malattie cardiocircolatorie e l'aumentata assunzione di vitamina C negli Stati Uniti (9).

CHOWKA: Per molti anni lei e i suoi colleghi avete affrontato una battaglia contro il potere della medicina ufficiale per portare alla conoscienza di tutti le sue idee sulla vitamina C e per la medicina nutrizionale in generale.

PAULING: Io penso che sta' cambiando. Gli scienziati tendono a seguire le mie raccomandazioni ma ho molti piu' problemi con l'establishment medico. Sembrano essere prevenuti, non hanno la mente aperta rispetto all'informazione disponibile a riguardo delle vitamine e altri nutrienti in relazione a malattie come il cancro e molte altre.

Recentemente, durante l'ultimo anno, parte delle mie fatiche sono state dedicate a contrastare questa strana posizione dell'establishment medico: ora hanno accettato il fatto che gli antiossidanti assunti dall'alimentazione diminuiscono l'incidenza del cancro. Ma nei loro libri e articoli continuano a dire "ma non prendete integratori vitaminici". Questo e' completamente fuori da ogni logica secondo il mio punto di vista. Oltretutto non danno nessuna argomentazione valida per supportare queste dichiarazioni. Uno studio di James Enstrom (Ph.D.) e suoi associati mostra quanto possa essere efficace anche una piccola quantita' in piu' di vitamina C assunta in forma di integratori (10).

CHOWKA: Il suo commento sull'establishment medico suggerisce un'altra domanda. Nel 1982 lei disse che, secondo il suo punto di vista, soprattutto il pubblico americano fu responsabile per i cambiamenti nella medicina moderna, specialmente per gli importanti progressi (11). E' ancora il suo punto di vista oggi?

PAULING: Si! Penso che lo steso pubblico rispose meglio a quanto detto da me insieme a Cameron e me e Hoffer che non il mondo medico in generale. Dieci anni fa la gente mi diceva: "Ho detto al mio medico che prendo un grammo di vitamina C al giorno o tre grammi di vitamina C al giorno e lui mi ha risposto: "Non farlo, ti potrebbe uccidere, quelle vitamine sono velenose"". Cinque anni fa la gente ha cominciato a dirmi: "Ho detto al mio medico che prendo diversi grammi di vitamina C al giorno e lui mi ha detto: "Bene, non ti fara' male. Va pure avanti se vuoi. Probabilmente non ne avrai nessun giovamento, ma se vuoi prenderle continua pure".

Oggi mi dicono che i medici sono propensi nel dire: "Va bene, forse ti possono fare bene", specialmente quando i pazieni mostrano un aspetto migliore di quello che il medico si aspetta da loro e dicono: "Penso che la ragione possa essere l'alto dosaggio di vitamina C e vitamina E che sto' prendendo". Adesso i dottori tendono ad essere d'accordo con questo punto di vista. Non so' quanti dottori prendono l'iniziativa di prescrivere vitamine ai loro pazienti seriamente malati, ma penso che molti possano almeno essere aperti a questo.

CHOWKA: Cosa succede al Linus Pauling Institute di Scienze e Medicina in Palo Alto (California) che recentemente ha celebrato il suo 20° anniversario?

PAULING: I ricercatori stanno lavorando a diversi problemi, in particolar modo quelli che riguardano la vitamina C e altre vitamine in relazione alle malattie o, in alcuni casi, semplicemente la chimica di base delle vitamine. Un'osservazione che fecero circa tre anni fa, facendo delle ricerce in vitro e' che l'HIV, il virus implicato nell'AIDS, veniva controllato da concentrazioni moderatamente alte di vitamina C -- concentrazioni che si vedono nel flusso sanguigno prendendo dai 10 ai 20 grammi di vitamina C al giorno. Questa scoperta ha attratto l'attenzione dei ricercatori sull'AIDS del National Institutes of Health (NIH) a hanno preparato un test per determinare l'efficacia degli alti dosaggi di vitamina C nel cotrollare l'AIDS o l'infezione da HIV.

CHOWKA: Dr. Pauling, c'e' un certo numero di altri pionieri della scienza e medicina innovativa di questo secolo come Albert Szent-Gyorgyi (M.D., Ph.D.), che scopri la vitamina C. Sfortunatamente, sembra che molta della gente di oggi non e' cosi' informata circa il contributo di scienziati come lei e Szent-Gyorgyi. Mi piacerebbe chiederle, quindi, come le piacerebbe essere pensato e ricordanto, specialmente dalla gioventu' americana?

PAULING: Questa' e' una domanda complicata e per me e' difficile rispondere. Credo che le future generazioni penseranno a me come "l'uomo della vitamina C". Ma certamente questo non e' quello che io penso di me. Per vent'anni ho solamente ripetuto le cose che diceva Stone, cosi' come Szent-Gyorgyi stesso, circa il grande valore di alti dosaggi di vitamina C e altre vitamine. Ma Szent-Gyorgyi, che scropri e isolo' per primo la Vitamina C nel 1927, non fu' un grosso sostenitore dei megadosaggi vitaminici. Hoffer e Humphrey Osmond (M.D.), divennero molto dopo di lui i rappresentanti di altri dosaggi di vitamina C e niacina per i pazienti schizofrenici -- dosaggi che superavano 500 o 1000 volte gli RDA (12). Io fui molto impressionato da quello che scrissero Hoffer e Humphrey Osmond, cosi' come dalle analisi che fece Stone sulla vitamina C.

CHOWKA: E' ottimista per il futuro?

PAULING: Si, sicuramente! Sono apparentemente ottimista di natura. Sono stato ottimista sul controllo della guerra nucleare, ottimista rispetto ad un miglioramento dei rapporti tra l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti e ottimista sulla medicina ortomolecolare. Oggi, molte persone sono convinte che la medicina ortomolecolare sia la medicina del futuro. E cosi', si, sono ottimista.

Peter Barry Chowka e' un giornalista, analista medico-politico, relatore e consulente. Per oltre vent'anni ha lavorato per la stampa, trasmissioni radio e ha documentato la promessa per un approccio innovativo e tradizionale alla salute. Chowka e' stato consulente di un canale televisivo e il Congresso degli Stati Uniti e membro dell'Ufficio delle medicine alternative del NIH.

REFERENZE:

1. Dembart, L. Los Angeles Times: E-4, February 2, 1996.
2. Stone, I. Vitamin C: The Healing Factor Against Disease. New York: Grosset and Dunlap, 1972.
3. Hoffer, A., & Pauling, L. Jnl Orthomolecular Med, 5: 143-154, 1990.
4. Hoffer, A., & Pauling, L. Jnl Orthomolecular Med, 8: 157-167, 1993.
5. Cameron, E., & Pauling, L. Op cit.
6. "Since then," Hoffer writes, "my series has expanded to over 700 patients, and the data we first reported shows the same beneficial response," Personal communication, Feb. 7, 1996.
7. Rath, M., & Pauling, L. Jnl Orthomolecular Med, 6: 125-134, 1991.
8. Rath, M., & Pauling, L. Jnl Orthomolecular Med, 7: 5-15, 1992.
9. Ginter, E. Am Jnl Clin Nutr, 32: 511, 1979.
10. Enstrom, J.E., Kanin, L.E., & Klein, M.A. Epidem, 3: 194-202, 1992.
11. Chowka, P.B. New Age , 8: 36-39, December 1982.
12. Osmond, H., & Hoffer, A. Lancet, 1: 316-319, 1962.

Questa intervista e' stata pubblicata per la prima volta nell'Aprile 1996 su Nutrition Science News.

Se volete scrivere una lettera all'editore di Nutrition Science News commentando questa intervista, mandate una emal (in inglese) a Lisa Marshall a:

lmarshall©newhope.com


Per scrivere all'autore dell' intervista, Peter Barry Chowka, madare un0email a: pbc©usa.net

Fonte:


da Quantico mar 22 set 2009, 22:29 stampa friendly Invia mail a un amico crea pdf di questa news

Proposte Europee per la tutela degli animali sfruttati nei laboratori.

Il Giornale Online12 milioni di sacrificati l'anno le norme Ue devono cambiare


L'Unione europea si appresta a imprimere una svolta alla legislazione che attualmente regola l'uso degli animali nella ricerca scientifica a livello comunitario.


Un'occasione per l'Europa per svolgere un ruolo trainante in vista del superamento di quello che sarà ricordato come immane olocausto animale: solo nel vecchio continente 12 milioni di cavie sacrificate ogni anno in nome di una scienza crudele che nei loro confronti si è posta sinora ben pochi limiti etici.


Da un anno è in discussione la proposta che dovrà aggiornare l'attuale Direttiva 609 del 1986, la prima a porre la questione della protezione delle cavie da esperimento. Concepita per scoraggiare l'uso di animali e promuovere metodi alternativi, la norma si è rivelata però inefficace, di fatto non portando ad alcuna limitazione effettiva.


Il testo infatti non fissa che standard minimi di benessere, contiene poche specifiche e fa solo un vago riferimento a metodiche sostitutive (al momento dell'entrata in vigore, del resto, le alternative erano molto meno avanzate di oggi) e soprattutto concede di ricorrere a deroghe anche nei casi più estremi. Basti pensare all'importazione per fini sperimentali anche di primati ad altissimo rischio di estinzione o la possibilità di effettuare test di tossicità e prove altamente invasive anche senza anestesia su roditori, cani e gatti e scimmie.


La Ue già da tempo, da una risoluzione del 2002, ha preso coscienza dell'inadeguatezza della direttiva 86/609, ma solo nel novembre 2008 per iniziativa del Consiglio d'Europa, ha preso avvio l'iter con la proposta di una nuova direttiva. Accolta con grande interesse da parte di tutte le associazioni animaliste europee, ha solo in piccola parte soddisfatto le aspettative che vi si riponevano.


«Sicuramente è lontana anni luce dalla normativa di oggi - spiega la biologa Michela Kuan, responsabile vivisezione della Lav - ma visti i sondaggi svolti tra gli europei, che evidenziano che la maggioranza della popolazione è contraria alla vivisezione, e l'avanzamento dei metodi alternativi, ci aspettavamo molto più».


Tra i punti positivi c'è la decisione di fissare un limite massimo di dolore cui gli animali potranno essere sottoposti, la creazione di nuove strutture in Europa per lo sviluppo e l'incentivazione dei metodi alternativi, l'inclusione di alcuni invertebrati e altre specie e l'estensione delle protezioni per le cavie usate nella ricerca di base, nella didattica e negli allevamenti.


«Restano comunque fuori gli animali geneticamente modificati - continua Kuan - che non vengono tutelati neanche dalla legge italiana e che sono quelli che stanno facendo salire il numero degli individui usati ogni anno». La bozza, poi, non fissa un limite al riuso degli animali, che se sopravvissuti ai primi potranno perciò essere usati in altri test.


Un risultato molto deludente riguarda le scimmie, per le quali si sperava di ottenere una moratoria, conquistata solo per i primati, che comunque potranno essere usati in casi eccezionali, di fatto aprendo così la porta a nuove deroghe. Si sottolinea anche quella che forse è la lacuna più profonda nel testo approvato finora, cioè l'assenza di obblighi su controlli etici e valutazioni scientifiche precedenti gli esperimenti e la possibilità di continuare a utilizzare animali senza autorizzazioni da parte di un'autorità che si era chiesto di istituire ad hoc.


La bozza di modifica, approvata a maggio in prima lettura dal Parlamento, è passata ora al Consiglio dei Ministri, per essere poi votata nuovamente in seconda lettura, entro il 2010, dal Parlamento europeo. Intanto si susseguono le mobilitazioni, come una marcia virtuale sul sito cui stanno partecipando oltre 55mila persone, perché la partita è ancora aperta: a giugno sono stati eletti i nuovi europarlamentari che potrebbero decidere di dar vita a un testo più vicino alle aspettative dei cittadini europei.


L.P. - 03/09/2009


Fonte:
da sephir mer 23 set 2009, 03:08 stampa friendly Invia mail a un amico crea pdf di questa news

Antonio Urzi: flottillas in centro a Milano

Antonio Urzi: Venerdi 4 settembre 2009, ore 18.00, avvistata fantastica flottillas in centro a Milano con testimoni e la telecamera di TG3 lombardia







da Quantico mer 23 set 2009, 08:19